P a o l o P o r e l l i
"D'APRÉS - Riprese e citazioni nella ceramica contemporanea" 2019
curated by Marinella Caputo e Domenico Iaracà
18 May - 30 June 2019
Museo Opificio Rubboli
Gualdo Tadino, Italy
Il était une fois ... d’après
Il Museo Opificio Rubboli invita a percorrere la memoria di una manifattura che per oltre un secolo ha realizzato maioliche a lustro. Tutto ciò che vi è contenuto rappresenta l’esito di una visione del lavoro ispirata alla bottega medievale o rinascimentale, in linea con quanto veniva un tempo attuato da movimenti come Arts & Crafts o Wiener Werkstätte.
I forni a muffola erano stati eseguiti sulla scorta di quelli del Cinquecento e gli ornati, come le figure, replicavano quelli delle ceramiche antiche.
In fondo rivolgersi al passato per trarne ispirazione e stimolo, non è nulla di nuovo, se pensiamo a quanto l’educazione accademica investisse nella pratica della copia, dalla natura o dai maestri! D’après, si diceva - cioè preso da - per rendere esplicita la fonte, ma anche l’abilità del copista. Una volta divenuti artisti, però gli allievi avrebbero talmente assimilato o rifiutato i propri modelli, da passare agevolmente a un’interpretazione libera.
Inoltre il confine labile tra falso, copia e revival, costituisce un argomento inerente alla genesi della Rubboli, nonché all’affermarsi del cosiddetto Storicismo, i cui esemplari sono ampiamente attestati nel museo.
La mostra D’Après, una collettiva di artisti contemporanei che impiegano in varie forme la ceramica come veicolo espressivo, trova così uno spazio attinente all’intuizione che l’ha ispirata.
Ventitré opere – tre delle quali appartenenti alla collezione museale – sono ospitate nelle sale dell’opificio, ognuna suscitata da qualcosa che appartiene all’arte o piuttosto alla cultura artistica del passato, attraverso citazioni più o meno dirette, rielaborazioni o destrutturazioni.
Le soluzioni formali proposte e le poetiche implicate variano considerevolmente, ma ciò che accomuna i diversi contributi, consiste nell’uso della ceramica e in quel rimandare a ciò che esisteva un tempo, ma che è tuttora in grado di trasformarsi, attraverso una visione che appartiene al presente.
Marinella Caputo