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"in bianco 

La porcellana nella ceramica d’arte italiana contemporanea"

curated by Matteo Zauli and Xiuzhong Zhang

 

31 August-24 September 2023
Palazzo del Podestà
Faenza, Italy
 

(Italian below)

 

The exhibition aims to explore the use of porcelain in Italy today, moving on two sharp planes of narrative, which intersect in the exhibition project. The first unites, which is still rather unprecedented, two artistic spheres of ceramics: on the one hand, sculptural ceramists or designer ceramists, who infuse their works with great technical knowledge or marked originality; on the other hand, artists who use it occasionally, often in collaboration with outstanding artisans, and who project the works into a conceptual dimension. The second narrative plan of the exhibition develops transversally from the subdivision described above, through the dialogue between works that see Nature or the natural as a continuous inspiration and another group of works that narrate Man and civilization, exalting the role of the work as an archaic object used throughout time to bear witness to the human presence on Earth.

The title In bianco (In white) is not only an easy reminder of the purity and chromatic essentiality of porcelain, but implies a mental approach that this precious material, increasingly loved by artists and sought after in the circuits of galleries, museums, collectors, and public art, still suggests: a whiteness that belongs to the page yet to be written, to a snowy expanse on which an imprint has not yet been laid. Ceramics in Italy is thus projected into the future, while boasting a millennial history that maintains a strong link with Chinese history and culture, and in particular with Jingdezhen.

La mostra vuole approfondire l’utilizzo della porcellana in Italia oggi, muovendosi su due nitidi piani di narrazione, che si intersecano nel progetto espositivo. Il primo unisce, cosa ancora piuttosto inedita, due ambiti artistici della ceramica: da un lato i ceramisti scultori o i ceramisti designer, che infondono nelle proprie opere grande sapienza tecnica o spiccata originalità; dall’altro gli artisti che la utilizzano saltuariamente, spesso in collaborazione con artigiani di grande livello, e che proiettano le opere in una dimensione concettuale. Il secondo piano narrativo della mostra si sviluppa trasversalmente rispetto alla suddivisione sopra descritta, attraverso il dialogo tra le opere che vedono la Natura o il naturale come continua ispirazione e un altro gruppo di lavori che raccontano l’Uomo e la civiltà, esaltando il ruolo dell’opera quale arcaico oggetto utilizzato in ogni tempo per testimoniare la presenza umana sulla Terra.

Il titolo In bianco non è soltanto un facile richiamo alla purezza e all’essenzialità cromatica della porcellana, ma sottintende un approccio mentale che questo prezioso materiale, sempre più amato dagli artisti e ricercato nei circuiti delle gallerie, dei musei, del collezionismo, dell’arte pubblica, ancora oggi suggerisce: un candore che appartiene alla pagina ancora da scrivere, a una distesa innevata su cui ancora non si è posata un’impronta. La ceramica in Italia è dunque proiettata verso il futuro, pur vantando una storia millenaria che mantiene un forte legame con la storia e la cultura cinese, e in particolare con Jingdezhen.

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